Pedro Rodrigues Filho noto come Pedrinho Matador (Pedrino l’assassino), è un serial killer “particolare”. Sì, perché nonostante sia stato condannato a 400 anni di carcere per l’uccisione di 71 persone, anche se gli vengono attribuiti oltre 100 omicidi, è molto amato dalla gente.
Infatti come affermato dalla scrittrice e criminologa brasiliana Ilana Casoy: “Pedrinho non è un vigilante, ma un vendicatore. E ciò finisce per affascinare le persone. Questa però è una visione distorta, infatti il problema è che le vittime di Pedrinho, proprio come lui, non potevano permettersi un avvocato”.
Ma possiamo davvero definirlo un vendicatore? Ni. E la risposta la troviamo in uno dei suoi numerosi tatuaggi, precisamente una frase tatuata sul braccio sinistro: “Uccido per piacere”.
Infatti benché le sue vittime erano, per la maggior parte, spacciatori, stupratori e pedofili, o almeno presunti tali, non seguì sempre questa regola, come quando ammazzò un detenuto perché “non la pensava come lui” o un compagno di cella perché “russava troppo”.
Ad ogni modo questo assassino, ripeto molto popolare e amato, non guardava in faccia nessuno. Deciso ad “uccidere solo chi lo meritava”, non vi era grado di parentela o amicizia che poteva fargli cambiare idea.
Tra le sue vittime infatti figura anche il padre ucciso in prigione dopo aver assassinato la madre con 21 colpi di machete. Contrariamente a quanto si crede non ne mangiò il cuore, come riferito dallo stesso Pedrinho: “Ha colpito mia madre 21 volte, quindi io l’ho pugnalato 22. La gente dice che gli ho mangiato il cuore. No, gli ho tolto il cuore, perché era una vendetta, no? Ho tagliato un pezzo, l’ho masticato e poi l’ho buttato via”.
Rilasciato nel 2018 (benché condannato a 400 anni di carcere la legge brasiliana non prevede il carcere a vita), convertito al cristianesimo, oggi si dice dispiaciuto per quanto fatto.
C’è da credergli? Pare di sì, secondo la scrittrice Andreia dos Santos, sembra rinato, un bambino che vuole vivere di nuovo.