DAVID SHAW: IL MORTO CHE MANTENNE LA PROMESSA

Una delle morti più terrificanti è certamente quella per annegamento e, a renderla tale, è proprio la disperazione che oltre all’acqua, sommerge la vittima.

Una delle morti più terrificanti è certamente quella per annegamento e, a renderla tale, è

Tuttavia cosa accade dopo? Nessuno sarà mai in grado di rispondere ad una tale domanda, però c’è da dire che vi sono storie, come quella che sto per raccontarvi, che turbano e non poco. E altre domande si fanno strada. Siamo sicuri che tutto finisce con la morte?

Era il 17 dicembre del 1994 quando durante un’immersione nella Bushman’s Hole, la terza grotta sommersa più profonda del mondo, il subacqueo Deon Dreyer morì a soli 20 anni.

I soccorritori, dato il rischio elevato, prima di tentare il recupero, inviarono un piccolo sottomarino telecomandato per cercare di individuare il corpo del ragazzo, ma nulla, sembrava essere stato inghiottito dagli abissi.

Dieci anni dopo, nell’ottobre del 2004, l’esperto subacqueo e pilota di aerei, David Shaw, durante un’immersione nella grotta, scoprì, ad una profondità di 272 metri, i resti di Deon Dreyer.

Così l’8 gennaio del 2005, dopo aver promesso ai genitori di Dreyer che sarebbe risalito con i resti del figlio, tentò il recupero immergendosi nella grotta. Sfortunatamente anche Shaw morì.

Cosa strana però, 4 giorni dopo il fallito recupero, precisamente il 12 gennaio, i resti sia di Dreyer che di Shaw, furono recuperati mentre galleggiavano in superficie. Shaw dunque, aveva mantenuto la promessa fatta ai genitori del giovane subacqueo.