HAI MAI VISTO LA PIOGGIA CADERE?

Hai mai visto la pioggia cadere

Di notte, alla guida della mia vecchia auto, finalmente, dopo quasi 1 anno, facevo ritorno a casa. In quel luogo misterioso, ove da ragazzo, bramoso di indipendenza non vedi l’ora di scappare ma che, stranamente, come un richiamo primordiale, ogni volta senti l’esigenza di tornare.

Solo, con i finestrini aperti e la radio a palla, cantando a squarciagola, mi guastavo il viaggio (e sì, anche se sono stonato mi piace viaggiare così ma credo che questa sia una pecca di molti. Quindi mi sento assolto). Dopo qualche ora, sentendomi stanco, decisi di fare una sosta in autogrill. Preso il caffè e dopo aver fatto i bisogni, prima di ripartire, notai, affisso su di un palo, un manifesto con foto e dettagli di 3 ragazzi scomparsi circa un mese prima.

Ripreso il viaggio e dopo aver percorso circa una 20ina di chilometri, nel mentre pensavo a chi fine avessero fatto quei ragazzi, una deviazione mi costrinse ad uscire dall’autostrada. E fu così che, in piena notte, gira a destra e gira a sinistra, sbagliando percorso, mi ritrovai lungo una strada che attraversa un bosco.

Concentrato, cercavo di notare qualche segnale che potesse reindirizzarmi sull’autostrada ma la fitta nebbia non aiutava di certo. Come se non bastasse, nel proseguire, improvvisamente l’auto si spense. La situazione dunque era questa: in piena notte completamente al buio e senza sapere dove cavolo fossi. Immaginate un po’ il mio stato d’animo. Sceso dall’auto con una piccola torcia, aprii il cofano motore per cercare di capire quale fosse il problema ma, nel mentre esaminavo il mezzo, improvvisamente l’auto si riaccese, così come la radio. Chiuso il cofano e voltandomi, mi si raggelò il sangue.

Un uomo alto sui 2 metri, con un completo elegante nero e un cappello a tesa larga dello stesso colore, era proprio dietro di me. Direi ad una distanza di circa 3 metri e in mano aveva un’ascia enorme. I suoi occhi erano completamente neri con un puntino rosso nel mezzo. Si avvicinava lentamente, sembrava come se avesse tutto il tempo del mondo. In quel preciso istante le mie gambe non sopportando lo spavento, cedettero, e caddi sulle ginocchia.

Inginocchiato dinanzi a quell’uomo e incapace di qualsiasi movimento, pensavo fosse giunta la mia ora ma, ironia della sorte, nel preciso istante in cui tirò su l’ascia, pronto a colpirmi, dalla radio giunsero le vibrazioni positive di quegli eterni ragazzi dei Beach Boys. La canzone era “Sloop John B” che grosso modo dice: “Lasciami andare a casa. Voglio andare a casa. Perché non mi lasci andare a casa? Mi sento a pezzi e voglio andare a casa”. Questo dice la canzone ed era come se la radio stesse parlando per me. E in effetti era proprio quello che avrei voluto dirgli.

Qualche secondo dopo udii un tonfo pazzesco. L’ascia aveva colpito l’asfalto. Alzando gli occhi, vidi che piangeva e i suoi occhi, che sino a qualche attimo prima sembravano quelli del demonio, erano tornati umani. Senza dire nulla, voltandosi, lentamente si incamminò verso il bosco sino a quando non fu inghiottito dal buio della notte.

Possibile che, quella musica, quelle parole, attraversarono la sua anima e il suo cuore, rendendolo, come dire, umano? Io penso di sì. Tornato in macchina dopo qualche chilometro riuscii ad immettermi nuovamente sull’autostrada.

Molte ore dopo, senza più fermarmi, arrivai finalmente a casa. Parcheggiata l’auto, la radio trasmetteva “Have you ever seen the rain” dei Creedence Clearwater Revival. “Hai mai visto la pioggia cadere in un giorno di sole?” dice la canzone. Cazzo se l’ho vista la pioggia cadere in un giorno di sole. L’ho vista venir giù dagli occhi di quell’uomo in una calda notte d’estate.